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Visualizzazione dei post da novembre 23, 2008

Si sono presi mio marito. E io, signora Coletta, ora aiuto i loro figli

Si sono presi mio marito. E io, signora Coletta, ora aiuto i loro figli di Lucia Bellaspiga Cinque anni fa stupì l’Italia perdonando i terroristi che a Nasiriyah le avevano portato via Giuseppe. Oggi porta avanti la missione di pace del “brigadiere dei bambini” nel mondo. A cominciare dall’Iraq «Se amate quelli che vi amano che merito avete? Amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori». Chi pronunciava queste parole davanti alle telecamere dei giornalisti che affollavano la sua casa di San Vitaliano (Napoli) a poche ore dalla strage di Nasiriyah era Margherita Coletta. Era il 12 novembre del 2003. In braccio teneva Maria, 2 anni appena, e da poche ore aveva saputo che suo marito, il vicebrigadiere dei Carabinieri Giuseppe Coletta, era tra i morti del sanguinoso attentato in Iraq. L’abisso le si leggeva in faccia, il suo era il volto del dolore, palpabile, disumano, ma in quel momento la sua fede di granito, più forte dei trecento chili di tritolo che avevano squassato la s

Articoli vari Novembre 2008

10 novembre 2008 Martini non sa quando comincia e finisce la vita (anche lui) Sentite qui. “Siccome credo nella vita eterna, su quella temporale, fisica, di questa terra, posso transigere, sfumare, variare a seconda dei tempi e della storia e delle culture, e alla fine nascere e morire sono misteri sui quali ciascuno può e deve giudicare secondo la propria sensibilità. Contro un’etica non negoziabile della vita, dal concepimento alla morte naturale, c’è il relativismo cristiano della libertà che decide”. L’altro giorno ho letto queste cose, che mi sono permesso di parafrasare e mettere tra virgolette, in una pagina di giornale. E ho visto che erano firmate dal cardinal Martini. Sabato prossimo devo parlare del “concepito” a una riunione di medici cattolici che mi hanno gentilmente invitato. Dovrò dire che il concepito è un essere misterioso di cui è difficile stabilire lo status di “persona” o “individuo”, come dice il cardinale? E se dirò il contrario, se dirò di sapere perfettamente

IL SENSO DELLA VITA NASCOSTO NELLA DEPRESSIONE…

IL SENSO DELLA VITA NASCOSTO NELLA DEPRESSIONE… 16.11.2008 A proposito di Buffon e delle suore… Cosa dà senso alla vita? Cosa le dà valore e gusto? Il soldi? Il successo? La salute? Per cosa vale la pena vivere? Mi ha colpito, in questi giorni, il casuale intrecciarsi sui giornali di storie apparentemente lontanissime. Tre storie. Quella di Gigi Buffon, il portierone della Juventus e della Nazionale, quella di Eluana Englaro e quella di altre due donne, Maria Teresa Olivero e Caterina Giraudo, sequestrate cinque giorni fa in Kenia dove vivono come missionarie. Buffon ha pubblicato un libro dove racconta la sua storia: “Numero 1”. Secondo il senso comune questo allegro giovanottone ha tutto per essere felice. Cosa gli manca? E’ il più grande portiere del mondo, ha la giovinezza, la salute, la celebrità, la prestanza fisica, il successo, i soldi, gli amori, gli amici, un lavoro che è la sua passione, perfino un carattere solare, la simpatia e il buonumore. Non gli manca niente. Eppure