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Visualizzazione dei post da giugno 11, 2006

Reazioni sbagliate al discorso del Papa ad Auschwitz

Reazioni sbagliate al discorso del Papa ad Auschwitz di Israel Articolo pubblicato su Il Foglio, 30 maggio 2006 C’è qualcosa di superficiale e di esagerato se, dopo un discorso meritevole di una riflessione distaccata e seria, come quello tenuto da Benedetto XVI ad Auschwitz, inizia una corsa frettolosa alla dichiarazione sdegnata e all’invettiva.Per ragioni di coerenza occorrerebbe tenersene fuori, se non fosse che certi argomenti sgangherati – e quindi pericolosi – meritano una risposta.Sono felice di sapere che una persona autorevole e rappresentativa come Marek Edelman abbia detto che «è stato un discorso di grande forza sentimentale ed emotiva», aggiungendo: «Il Papa è venuto ad Auschwitz, e là sulla terra ancora bagnata dal sangue dei morti ha detto che Dio allora non era là. Che cosa doveva dire di più?». Sono felice di saperlo perché il discorso di Benedetto XVI a me è piaciuto e, come a Edelman, è parso «una eccezionale sequenza di emozioni per la Memoria di oggi». Sono passat
Immagine:Alberi in controluce

Satana ad Auschwitz - Le ingiuste critiche al discorso del Papa

Il Corriere della Sera 30.5.2006 Satana ad Auschwitz Le ingiuste critiche al discorso del Papa Ernesto Galli Della Loggia Cosa bisogna dire dell’Olocausto? Che fu il male, naturalmente: che lo fu in una delle versioni massime e più pure. Ma non basta. Se se ne parla in un’occasione ufficiale bisogna altresì corrispondere alle attese che il discorso pubblico accreditato è venuto alimentando, secondo uno schema di giudizi e di attribuzioni di colpe, di deprecazioni e di evocazioni, cui è obbligatorio attenersi. Benedetto XVI non lo ha fatto, non si è attenuto allo schema. Al pari di un uomo politico o di un ministro qualunque avrebbe potuto benissimo farlo con poca spesa d’ingegno e con il prevedibile consenso universale. Ha preferito invece battere un’altra strada. Per un verso ha scelto di volare più basso, ma insieme, per un altro verso, di muoversi ad altezze inconsuete per il discorso pubblico ufficiale. L’autenticità umana, l'originalità intellettuale e l’ispirazione dell’uomo