Reazioni sbagliate al discorso del Papa ad Auschwitz di Israel Articolo pubblicato su Il Foglio, 30 maggio 2006 C’è qualcosa di superficiale e di esagerato se, dopo un discorso meritevole di una riflessione distaccata e seria, come quello tenuto da Benedetto XVI ad Auschwitz, inizia una corsa frettolosa alla dichiarazione sdegnata e all’invettiva.Per ragioni di coerenza occorrerebbe tenersene fuori, se non fosse che certi argomenti sgangherati – e quindi pericolosi – meritano una risposta.Sono felice di sapere che una persona autorevole e rappresentativa come Marek Edelman abbia detto che «è stato un discorso di grande forza sentimentale ed emotiva», aggiungendo: «Il Papa è venuto ad Auschwitz, e là sulla terra ancora bagnata dal sangue dei morti ha detto che Dio allora non era là. Che cosa doveva dire di più?». Sono felice di saperlo perché il discorso di Benedetto XVI a me è piaciuto e, come a Edelman, è parso «una eccezionale sequenza di emozioni per la Memoria di oggi». Sono passat
In un momento di grande confusione tra cattolici, non solo tra cristiani, cerco di inserirmi nella comunicazione con questo strumento per dare voce alla mia fedeltà alla Chiesa e al Papa. "Credo nella Chiesa Cattolica credo alla Chiesa Cattolica" (Don Mario Occhiena)