Passa ai contenuti principali

Post

Visualizzazione dei post da marzo 19, 2006

Algeria: galera a chi converte un musulmano

martedì, 21 marzo 2006 ¦ Permalink Il senato algerino ha emanato una legge che prevede la prigione da due a cinque anni e multe fino a 10.000 euro per chiunque tenti di convertire il musulmano ad un'altra religione. Lo apprendiamo da Swissinfo. Già un passo avanti: non c'è la pena capitale (!). Il testo di legge proibisce anche l'esercizio di un culto che non sia musulmano "al di fuori degli edifici previsti a tale scopo, il cui uso deve essere autorizzato". Come dire: quindi state in sacrestia e ringraziate Dio se ve lo permettiamo. Due note stonate nella notizia, anzi tre. Uno: si vuol far credere che la legge è stata fatta solo per un gruppetto di "cattivoni protestanti" (che per lo meno hanno il coraggio di evangelizzare). Due: il portavoce del ministero degli affari religiosi tranquillizza tutti, le sue parole equivalgono a dire: Non c'è problema fate i vostri culti in segreto e nessuno vi darà fastidio". Tre: il vescovo di Algeri, mons. He

Tratta da Avvenire, Inserto "BolognaSette", del 5 marzo 2006

Caffarra: I sacerdoti restino fuori dal dibattito politico "Lettera ai parroci, rettori di chiese e superiori religiosi dell'Arcidiocesi di Bologna" Carissimo, approssimandosi la data delle elezioni politiche nazionali ho ritenuto opportuno scriverle questa lettera, alla quale, ne sono sicuro, presterà la dovuta attenzione. Per maggior chiarezza procedo per punti. Mi scuso della forma un po' icastica, ma ciò è dovuto alla necessaria brevità. 1. Dobbiamo rimanere completamente fuori dal dibattito e dall'impegno politico pre-elettorale, rimanendo assolutamente estranei a qualsiasi partito o schieramento politico. Questa esigenza è fondata sulla natura stessa del nostro ministero. «Infatti, pur essendo queste cose buone in se stesse, tuttavia sono aliene dallo stato clericale, in quanto possono costituire un grave pericolo di rottura della comunione ecclesiale» (Congregazione per il Clero, Direttorio per il ministero e la vita dei Presbiteri 33, cpv. 1°; EV 14/798).

NOTA DOTTRINALE

La Nota è indirizzata ai Vescovi della Chiesa Cattolica e, in special modo, ai politici cattolici e a tutti i fedeli laici chiamati alla partecipazione della vita pubblica e politica nelle società democratiche. NOTA DOTTRINALE circa alcune questioni riguardanti l'impegno e il comportamento dei cattolici nella vita politica La Congregazione per la Dottrina della Fede, sentito anche il parere del Pontificio Consiglio per i Laici, ha ritenuto opportuno pubblicare la presente "Nota dottrinale circa alcune questioni riguardanti l’impegno e il comportamento dei cattolici nella vita politica". La Nota è indirizzata ai Vescovi della Chiesa Cattolica e, in special modo, ai politici cattolici e a tutti i fedeli laici chiamati alla partecipazione della vita pubblica e politica nelle società democratiche. I. Un insegnamento costante 1. L’impegno del cristiano nel mondo in duemila anni di storia si è espresso seguendo percorsi diversi. Uno è stato attuato nella partecipaz

CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA Prolusione del Cardinale Presidente Camillo Ruini

Conferenza Episcopale Italiana CONSIGLIO PERMANENTE Roma, 20-22 marzo 2006 PROLUSIONE DEL CARDINALE PRESIDENTE [...] 4. In quest'ultimo periodo il confronto politico, nel nostro Paese, è comprensibilmente monopolizzato dall'ormai imminente appuntamento elettorale, con toni accesi e molteplici terreni di polemica. Nella sessione di gennaio di questo Consiglio Permanente abbiamo già precisato il nostro atteggiamento, che è quello di non coinvolgerci, come Chiesa e quindi come clero e come organismi ecclesiali, in alcuna scelta di schieramento politico o di partito, e allo stesso tempo di riproporre agli elettori e ai futuri eletti quei contenuti irrinunciabili, fondati sul primato e sulla centralità della persona umana, da articolare nel concreto dei rapporti sociali, e sul perseguimento del bene comune prima di pur legittimi interessi particolari, che costituiscono parte essenziale della dottrina sociale della Chiesa, ma non sono "norme peculiari della morale cattolica"

Il Corano in classe? Sarebbe inaccettabile

Il Corano in classe? Sarebbe inaccettabile 10 Marzo 2006 | Redazione «Davvero si pensa di integrare meglio i cittadini musulmani creando una comunità autonoma dentro la nostra società? E quale Islam si insegnerebbe? Da parte di chi? Di qualche imam?». Pubblichiamo il testo dell’intervista a Marcello Pera di Ugo Magri per il quotidiano “La Stampa”. Presidente Pera, le pesa l’etichetta di «neo-con»? «E’ una semplificazione di voi giornalisti. Io mi sento liberal-conservatore». Cosa vuol dire? «Aderisco alla dottrina dei liberali che fanno salva la tradizione». Tradizione con la maiuscola? «Se preferisce. L’importante è che la tradizione non venga toccata. O venga aggiornata con prudenza e cautela, perché è il sigillo dell’identità di un popolo. Evita lo sradicamento». In quali circostanze? «Quando ci si trova attaccati, come sta avvenendo oggi. I terroristi fondamentalisti ci accusano di essere giudei e crociati. Cioè di essere proprio quello che siamo secondo la nostra tradizione». E’ p