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Visualizzazione dei post da settembre 24, 2006

Fede, ragione e università.Ricordi e riflessioni.

VIAGGIO APOSTOLICO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI A MÜNCHEN, ALTÖTTING E REGENSBURG (9-14 SETTEMBRE 2006) INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DELLA SCIENZA DISCORSO DEL SANTO PADRE Aula Magna dell’Università di Regensburg Martedì, 12 settembre 2006 Fede, ragione e università. Ricordi e riflessioni. Eminenze, Magnificenze, Eccellenze, Illustri Signori, gentili Signore! È per me un momento emozionante trovarmi ancora una volta nell'università e una volta ancora poter tenere una lezione. I miei pensieri, contemporaneamente, ritornano a quegli anni in cui, dopo un bel periodo presso l'Istituto superiore di Freising, iniziai la mia attività di insegnante accademico all'università di Bonn. Era – nel 1959 – ancora il tempo della vecchia università dei professori ordinari. Per le singole cattedre non esistevano né assistenti né dattilografi, ma in compenso c'era un contatto molto diretto con gli studenti e soprattutto anche tra i professori. Ci si incontrava prima e dopo la lezione

Nessuno tocchi Caino, di Abele chi se ne frega

24.09.2006 Nessuno tocchi Caino, di Abele chi se ne frega Il figlio di Fabianus Tibo, uno dei tre martiri indonesiani, ha detto: “Mio padre, prima di morire (fucilato dal regime islamico, nda), ha chiesto di non vendicarlo. Ha detto che dovevamo perdonare”. Questo sono i cristiani. Un miracolo nel mondo della violenza: il perdono delle vittime ai carnefici. Noi però abbiamo il dovere di gridare contro l’orrore finché si ha voce. Spero che ci sia tanta gente, lunedì alle 17,30, a Roma, davanti all’ambasciata indonesiana (via Campania 55) dove Pier Ferdinando Casini ha proposto di manifestare silenziosamente accendendo una candela in memoria dei tre cristiani, tre poveri contadini massacrati dal regime indonesiano a causa della loro fede, perché il loro sangue era stato preteso dai fondamentalisti islamici. Probabilmente è stata l’ennesima vendetta – come suor Leonella – contro il Papa reo di aver detto al mondo che non s’impone la religione con la violenza. E’ importante che abbia an

IL PAPA E L'ISLAM

20 settembre 2006 IL PAPA E L'ISLAM Jihad della parola, la nuova arma del terrore Il Papa si è scusato o no con l'islam? Sembra che oggi, all'udienza generale in Vaticano, il Papa dovrebbe sostanziare meglio le sue «scuse». O almeno questa è l'attesa di quanti, tra i musulmani e gli occidentali, considerano insufficienti l'espressione di «rammarico» e la presa di distanza dalla citazione su Maometto dell'imperatore bizantino Manuele II Paleologo all'università di Ratisbona. Si può ragionevolmente immaginare che una maggioranza formata dai cosiddetti musulmani moderati, finora appiattiti sulle posizioni degli estremisti islamici, nonché dai buonisti, laicisti e multiculturalisti nostrani, saranno persuasi a «perdonare» il Papa. Mentre Al Qaeda e gli altri burattinai del terrorismo islamico continueranno a elargire minacce e condanne a morte, a massacrare cristiani e distruggere chiese. In entrambi i casi è una sconfitta del principio della libertà di espressi