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Attenzione, preparano l’agguato al Papa

La Sapienza e la cristofobia di certi intellettuali italiani 13 gennaio 2008 Attenzione, preparano l’agguato al Papa L’ignoranza domina tra i presunti scienziati dell’Università La Sapienza di Roma. In 67 cattedratici vogliono impedire al Papa di parlare, anzi persino di entrare in aula magna giovedì prossimo, per l’inaugurazione dell’anno accademico… di Renato Farina L’ignoranza domina tra i presunti scienziati dell’Università La Sapienza di Roma. In 67 cattedratici vogliono impedire al Papa di parlare, anzi persino di entrare in aula magna giovedì prossimo, per l’inaugurazione dell’anno accademico. Hanno firmato un appello, sono quasi tutti fisici. Dicono: è uno straniero, un oscurantista, ha parlato male di Galileo difendendone la condanna diciassette anni fa. Una bugia, lo vedremo. Ma procediamo. Era stato il rettore a volere la presenza di Benedetto XVI. Nei piani originari sarebbe dovuta toccare al Santo Padre la lectio magistralis, la prolusione che dà il tono dell’anno universi

14 OTTOBRE 2009: NON PASSA LA LEGGE SULL’OMOFOBIA

“Gli approfondimenti” 14 OTTOBRE 2009: NON PASSA LA LEGGE SULL’OMOFOBIA ED EMERGE L’INCOMPATIBILITA’ FRA IL PD E I CATTOLICI Dopo Lettonia, Portogallo e quasi tutti gli stati dell’USA anche il Parlamento italiano ha detto no alla legge sull’omofobia. Contemporaneamente dentro il PD è scoppiato quello che tutti già sapevano, l’inconciliabilità fra il maggiore partito italiano della sinistra e i cattolici. Con 286 voti favorevoli e 222 contrari, quindi con una netta maggioranza, il Parlamento italiano ha votato l’incostituzionalità, affossando definitivamente, la proposta di legge presentata dal PD, primo firmatario l’On. Concia, unificata ad una analoga dell’Italia dei Valori, primo firmatario l’On. Di Pietro, tali proposte miravano ad introdurre nel codice penale il reato di omofobia. Una legge che se fosse passata avrebbe introdotto un nuovo reato, il mancato riconoscimento di un diverso orientamento sessuale in tutte le sue svariate forme sarebbe stato perseguibile penalmente. In

IL DONO DI UNA VITA

Fraternità sacerdotale dei missionari di san Carlo Borromeo Lettera dalla frontiera, di Massimo Camisasca 1 marzo 2006 In occasione del primo anniversario della morte di don Luigi Giussani, vi proponiamo l’intervista di don Massimo Camisasca a Famiglia Cristiana. IL DONO DI UNA VITA (da Famiglia Cristiana, n. 9, 26 febbraio 2006) di Alfredo Tradigo Un anno fa, il 22 febbraio, moriva don Luigi Giussani, il prete brianzolo col sigaro e il basco, fondatore di Comunione e liberazione. Abbiamo chiesto a don Massimo Camisasca, uno dei "ragazzi del don Gius" al liceo classico Berchet, divenuto poi tra i suoi più stretti collaboratori (oggi è superiore generale della Fraternità sacerdotale Missionari di san Carlo), di parlarci dell’uomo che ha così profondamente segnato la sua vita. • Don Camisasca, cosa ricorda di quel 24 febbraio a Milano, in Duomo e nella piazza stracolma di folla, quando il cardinale Ratzinger nell’omelia funebre stupì tutti per l’accento di amicizia sincera e