Passa ai contenuti principali

Il fallimento del prodismo e il Partito Democratico.

Il fallimento del prodismo e il Partito Democratico.

Politica - mar 19 feb

di Domenico Bonvegna

Non è fallito solo Prodi e il governo, ma anche una cultura politica, quella azionista e dossettiana, di cui Prodi è stato il migliore esemplare. Il dossettismo ha lavorato per far incontrare i cattolici e i comunisti, per poi realizzare in seguito una forma culturale e politica superiore sia al comunismo che alle democrazie occidentali.

Una sintesi generale che doveva portare secondo Buttiglione una abiura parziale del comunismo tradizionale, del liberalismo tradizionale e del cattolicesimo tradizionale. Avrebbero potuto incontrarsi fra loro solo un nuovo comunismo, un nuovo liberalismo ed un nuovo cattolicesimo. Da questo presupposto discende, fra l'altro, la interpretazione dossettiana del Concilio Vaticano II come rottura assoluta con il passato cattolicesimo, bollato in blocco come integrista. (Rocco Buttiglione, Il fallimento del dossettismo, 26.1.08 Liberal).

Questi dossettiani, chiamati anche cattolici democratici, come se gli altri non sono democratici, si erano messi in testa di fare una riforma religiosa e teologica del Paese, infatti, secondo Castagnetti e la Bindi i vescovi italiani sarebbero teologicamente in ritardo rispetto alla novità non solo politica ma anche religiosa dell'Ulivo.

I cattolici democratici scrive Stefano Fontana su L'Occidentale del 23 gennaio hanno sempre pensato che il papa e il cardinale Ruini dovrebbero richiamare le coscienze e nulla più. Meno che meno invitare a disertare un referendum, radunare a Roma un milione di persone per opporsi ad un disegno di legge governativo. Dentro di loro i cattolici democratici avrebbero preferito che il Papa non fosse invitato alla Sapienza, perché non c'é posto per le talari nei luoghi pubblici. Dentro di loro avrebbero preferito che Ferrara non avesse mai lanciato la proposta della moratoria, dando l'idea che il decalogo abbia a che fare con la politica".

Con la nascita del Partito Democratico i cattolici democratici non potevano che confluire in questo grande contenitore che dovrebbe portare a quella sintesi di cui faceva riferimento sopra Buttiglione. Del resto leggendo la loro storia, ci dice che sono figli dell'ala "progressista"della Democrazia Cristiana, scopriamo che in certi momenti hanno ignorato la Dottrina Sociale della Chiesa e verso le parole dei papi e dei vescovi hanno levato critiche se non aperti rifiuti; tutti hanno visto il loro comportamento nel referendum sulla legge 40, quando parecchi di loro si autodefinirono "adulti"andarono a votare e persero di brutto, perché la stragrande maggioranza del popolo italiano ha preferito seguire le esortazioni ragionate del cardinale Ruini.

In ogni caso oltre alla loro propensione innata al "dialogo" con la sinistra questi cattolici democratici hanno subito col tempo un processo di "trasbordo ideologico inavvertito" ; e come diceva il professor Plinio Correa De Oliveira , continuando ad usare insieme a quella, parole "talismano"come "pace", "progresso",, "democrazia", "tolleranza", "solidarietà", a poco a poco e senza avvedersene sono scivolati nel terreno della sinistra, dando a queste "parole"il significato che lei vuole.

Anche se il nuovo partito del "buonista"Veltroni, mette alla porta gli estremi alla Pannella, credo che per un cattolico sia alquanto difficile appoggiare il Pd, a meno che i loro membri rinneghino la loro storia, filosofia, cultura, convincimenti personali a proposito di argomenti "caldi"come "aborto", "famiglia", "vita umana", "eutanasia", "suicidio assistito", "sperimentazioni genetiche", "clonazione", "morale sessuale", "uso di droghe", etc.

Si possono trovare tra i vari schieramenti di destra o di sinistra accordi su economia, salari, pensioni, sicurezza, riforme elettorali, autostrade, rete fognaria e quant'altro, ma difficile trovarli sui valori che il papa chiama, "non negoziabili" . La prova è sotto gli occhi di tutti appena la Chiesa accenna a difenderli, è aggredita con inaudito accanimento dagli epigoni della cultura "radicale"o "neomarxista"che ancora resiste e costituisce la parte più forte del nuovo Pd. Basta leggere le loro dichiarazioni sui giornali dopo qualche discorso del Papa o del cardinale Ruini.

Qualcuno sostiene che si tratta di frange estreme, di radicali, verdi e comunisti, certo ci sono anche, ma non è così, si tratta di una cultura dominante, di una mentalità che è presente ad ogni livello, dall'editoria alla scuola alla magistratura, che con diversa intensità informa di sé tutta la sinistra, il "partito radicale di massa"e contagia molti uomini e donne anche della destra. La sua filosofia è il relativismo etico, l'assoluta libertà individuale che portano al nichilismo e all'autodistruzione della società.

Sicuramente il Pd si muoverà con moderazione, Veltroni è un finissimo maestro. Faranno prodigi per smussare, troncare e sopire i contrasti, magari quando conviene omaggeranno il santo Padre o qualche vescovo. Useranno la tattica dei tre passi avanti e due indietro, ma appena i "valori non negoziabili"verranno al pettine davvero, allora non potrà che riemergere il fondo dell'antica ideologia, cosa che sta puntualmente accadendo in questi giorni dopo la famosa richiesta di "moratoria"contro l'aborto lanciata dal laico Giuliano Ferrara.

S. Teresa di Riva, 18 febbraio 2008
Festa di S. Claudio
Domenico Bonvegna
bonvegnadomenico@tiscali.it

Post popolari in questo blog