Tratto da :Il Timone -online-
"REPUBBLICA", QUANDO L'ATTACCO ALLA CHIESA SCENDE NEL RIDICOLO
10-11-2007
Il 2008 definito "150esimo anniversario dell'apparizione di Fatima", l'esistenza di un improbabile papa Giovanni Paolo XXIII, san Giovanni Rotondo messo al confine tra Campania e Calabria e Pompei anche in Calabria. Sono soltanto alcune delle idiozie presenti nella quinta puntata dell'inchiesta che Curzio Maltese sta conducendo per Repubblica, per spiegare ai lettori che anche la Chiesa è una "casta" e che costa molto, troppo, allo Stato italiano. Pubblicata sabato 10 novembre e dedicata al turismo religioso, questa puntata è la degna prosecuzione di una inchiesta già chiaramente basata su una serie di menzogne gratuite, per la cui confutazione vi suggeriamo la lettura del dossier che si può trovare sul sito del giornale Avvenire.
Anche l'Osservatore Romano è entrato in gioco per spiegare puntualmente la falsità delle accuse. Qui vi proponiamo soltanto il passaggio relativo all'ultima puntata che accusa appunto la Chiesa di non pagare l'ICI su alberghi di sua proprietà grazie a degli stratagemmi:
"È falso che l'esenzione spetti per tutti gli immobili della Chiesa cattolica: essa è limitata a quelli utilizzati per le attività previste dalla legge. In tutti gli altri casi, librerie, ristoranti, hotel, negozi e per le abitazioni concesse in locazione, l'imposta è dovuta".
"La più odiosa delle accuse è quella secondo la quale l'esenzione verrebbe ottenuta inserendo una cappellina in un immobile non esente, così da farlo rientrare nel concetto di immobile destinato ad attività 'non esclusivamente commercialì. È vero il contrario: una cappella all'interno del solito albergo perderebbe l'esenzione di cui,
autonomamente considerata, godrebbe. Da ultimo una precisazione circa
l'esenzione spettante agli alberghi degli enti ecclesiastici".
"L'affermazione è falsa in quanto l'attività alberghiera non rientra tra quelle esenti. Lo sono invece gli immobili destinati alle attività 'ricettiv', quelli cioè ove si svolgono attività di 'ricettività complementare o secondaria' definite da leggi nazionali e regionali e regolate, a livello di autorizzazioni amministrative, da norme che ne limitano l'accesso a determinate categorie di persone e che, spesso, richiedono la
discontinuità nell'apertura: per esempio, pensionati per studenti, case di ospitalità per parenti di malati ricoverati in strutture sanitarie distanti dalla propria residenza, case per ferie, colonie e strutture simili".
"Se qualche albergo si comportasse come una casa per ferie non ne conseguirebbe che l'esenzione è ingiusta, ma che è erroneamente applicata. Per questi casi i comuni dispongono dello strumento dell'accertamento, che consente loro di recuperare l'imposta evasa. E prima ancora essi dovrebbero contestare ai gestori l'esercizio di attività alberghiera con un'autorizzazione amministrativa incongrua".
A questo punto, visto il reiterarsi delle menzogne, dovute a una precisa volontà di generare odio contro la Chiesa, ci si chiede come mai l'Ordine dei Giornalisti - così sollecito in tanti altri casi - non ritenga di intervenire a tutela di una professione che in questo modo viene trascinata nel fango. La verifica delle notizie, l'accuratezza dei dati presentati, il diritto del lettore a conoscere come stanno davvero i fatti, sono elementi fondamentali della professione giornalistica. Lasciare che vengano violati così sfacciatamente è davvero un brutto segnale.
"REPUBBLICA", QUANDO L'ATTACCO ALLA CHIESA SCENDE NEL RIDICOLO
10-11-2007
Il 2008 definito "150esimo anniversario dell'apparizione di Fatima", l'esistenza di un improbabile papa Giovanni Paolo XXIII, san Giovanni Rotondo messo al confine tra Campania e Calabria e Pompei anche in Calabria. Sono soltanto alcune delle idiozie presenti nella quinta puntata dell'inchiesta che Curzio Maltese sta conducendo per Repubblica, per spiegare ai lettori che anche la Chiesa è una "casta" e che costa molto, troppo, allo Stato italiano. Pubblicata sabato 10 novembre e dedicata al turismo religioso, questa puntata è la degna prosecuzione di una inchiesta già chiaramente basata su una serie di menzogne gratuite, per la cui confutazione vi suggeriamo la lettura del dossier che si può trovare sul sito del giornale Avvenire.
Anche l'Osservatore Romano è entrato in gioco per spiegare puntualmente la falsità delle accuse. Qui vi proponiamo soltanto il passaggio relativo all'ultima puntata che accusa appunto la Chiesa di non pagare l'ICI su alberghi di sua proprietà grazie a degli stratagemmi:
"È falso che l'esenzione spetti per tutti gli immobili della Chiesa cattolica: essa è limitata a quelli utilizzati per le attività previste dalla legge. In tutti gli altri casi, librerie, ristoranti, hotel, negozi e per le abitazioni concesse in locazione, l'imposta è dovuta".
"La più odiosa delle accuse è quella secondo la quale l'esenzione verrebbe ottenuta inserendo una cappellina in un immobile non esente, così da farlo rientrare nel concetto di immobile destinato ad attività 'non esclusivamente commercialì. È vero il contrario: una cappella all'interno del solito albergo perderebbe l'esenzione di cui,
autonomamente considerata, godrebbe. Da ultimo una precisazione circa
l'esenzione spettante agli alberghi degli enti ecclesiastici".
"L'affermazione è falsa in quanto l'attività alberghiera non rientra tra quelle esenti. Lo sono invece gli immobili destinati alle attività 'ricettiv', quelli cioè ove si svolgono attività di 'ricettività complementare o secondaria' definite da leggi nazionali e regionali e regolate, a livello di autorizzazioni amministrative, da norme che ne limitano l'accesso a determinate categorie di persone e che, spesso, richiedono la
discontinuità nell'apertura: per esempio, pensionati per studenti, case di ospitalità per parenti di malati ricoverati in strutture sanitarie distanti dalla propria residenza, case per ferie, colonie e strutture simili".
"Se qualche albergo si comportasse come una casa per ferie non ne conseguirebbe che l'esenzione è ingiusta, ma che è erroneamente applicata. Per questi casi i comuni dispongono dello strumento dell'accertamento, che consente loro di recuperare l'imposta evasa. E prima ancora essi dovrebbero contestare ai gestori l'esercizio di attività alberghiera con un'autorizzazione amministrativa incongrua".
A questo punto, visto il reiterarsi delle menzogne, dovute a una precisa volontà di generare odio contro la Chiesa, ci si chiede come mai l'Ordine dei Giornalisti - così sollecito in tanti altri casi - non ritenga di intervenire a tutela di una professione che in questo modo viene trascinata nel fango. La verifica delle notizie, l'accuratezza dei dati presentati, il diritto del lettore a conoscere come stanno davvero i fatti, sono elementi fondamentali della professione giornalistica. Lasciare che vengano violati così sfacciatamente è davvero un brutto segnale.