Da: Il Mascellaro
Il vescovo e la massoneria
Società - lun 12 nov 2007
di Daniele Fazio
La massoneria è presente, opera con la sua dottrina anticristica e anticattolica ed è una vera e propria piaga da tenere ben in conto e da combattere, insomma un problema da non sottovalutare che deve far preoccupare soprattutto la Chiesa e i cattolici, anche in Sicilia. Così, coraggiosamente, ormai un anno fa, il vescovo di Trapani, Mons. Francesco Miccichè, già ausiliare della Diocesi di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela, scriveva nella Lettera per l'Avvento del 2006, "Il santo Viaggio in Cristo e nella Chiesa", inviata alla diocesi di cui è Pastore ormai da dieci anni.
Sembravano cose passate, ormai dimenticate, battaglie di altri tempi, da dimenticare e cancellare secondo i soliti "adulti"perchè segno della "chiusura"della Chiesa ottocentesca alla modernità a cui si sarebbe aperta con il Concilio Vaticano II e pure Mons. Miccichè, che peraltro non può essere affatto etichettato come tradizionalista o reazionario, riecheggiando il Magistero della Chiesa non è affatto di questo parere e annovera tra le "tristi piaghe"dei nostri tempi la massoneria dandone non solo una sintetica, densa e precisa definizione ma anche descrivendone una chiara modalità di comportamento da parte del clero e dei cattolici di fronte a questo fenomeno. Ecco le sue parole: "La grave piaga della massoneria con il suo cumulo di eresie ammantate da motivazioni filantropiche, va sconfessata con forza ribadendo la dottrina certa della Chiesa sulla inconciliabilità dell'appartenenza del cristiano alla massoneria. Chi ne fa parte si pone fuori dalla Chiesa, è in stato di peccato grave enon può accedere alla Santa Comunione (Congregazione per la dottrina della fede, Dichiarazione sullaMassoneria , 26 Novembre 1983). Il credo massonico è antitetico al credo cristiano; è un credo che, in nome del rispetto della libertà di ognuno, assume il relativismo come unico criterio di pensiero e di azione. Sapere di più su questa perniciosa e invasiva realtà, purtroppo presente nel nostro territorio, è un dovere morale grave per i presbiteri, i diaconi, i religiosi, gli operatori pastorali, perché solo conoscendola è possibile illuminare le coscienze e dare le giuste coordinate del credo cattolico".
In altre parole e senza entrare nello specifico la massoneria è una setta che nascondendosi dietro motivazioni solidaristiche e filantropiche fa diventare l'uomo una divinità e dietro le pratiche di beneficenza nasconde un progetto ideologico ben preciso che è quello della lotta contro la verità e la diffusione a ogni livello del relativismo paventandolo dietro il rispetto della libertà di ogni uomo.
Pertanto, non esiste alcuna conciliabilità tra la fede cattolica e il progetto massonico, anzi la massoneria per molto tempo ha rappresentato il motore primo della scristianizzazione dell'Occidente; a partire dalla sua fondazione il 24 giugno del 1717 a Londra, si è trovata sempre dietro quei fenomeni (Illuminismo, Rivoluzione Francese, Risorgimento Italiano, distruzione dell'Impero Asburgico, persecuzioni violente contro i cattolici in Messico e Spagna agli inizi del Novecento…) che hanno colpito violentemente la Cristianità mirando esplicitamente alla distruzione della Chiesa e può essere benissimo identificata con l'incarnazione di quei "figli delle tenebre"di cui ci riferisce il vangelo, ovvero di quel corpo misterioso di satana presente nella storia che combatte contro Cristo e il suo corpo mistico cioè la Chiesa. Ma, il vescovo di Trapani và oltre, non solo cattolicesimo e massoneria sono inconciliabili e quindi il massone non può accedere ai sacramenti ma vige una sorta di obbligo morale per clero e laici cattolici di combatterla, innanzitutto sconfessandola come più volte ha fatto il Magistero della Chiesa e poi studiandola per mettere il prossimo in guardia di fronte a questa "perniciosa e invasiva realtà".
L'intervento del vescovo è inoltre pregevole in quanto evita accuratamente di confondere mafia, potere e massoneria come una debole retorica antimassonica che proviene da certa sinistra ha fatto non andando al nocciolo del problema. Una cosa è la piaga della mafia, altra cosa è la piaga della massoneria e per certi versi molto più inquietante non perché occuperebbe segretamente o palesemente i gangli del potere quasi fosse una organizzazione per il raggiungimento del potere istituzionale ed economico ma perché portatrice, sia che abbia un potere concreto sia che non lo abbia, di una dottrina perversa contro l'uomo e contro Dio. Altro fattore importante da evidenziare è il fatto che la massoneria, in cui si entra per cooptazione, si serve di associazioni umanitarie, filantropiche, culturali create ad hoc o dove si è saputa ben infiltrare, i cosidetti "club service", per reclutare i propri uomini, scelti tra i migliori, i rimanenti restano a "binario morto"per svolgere attività culturali o filantropiche. Per tutti questi arde il desiderio del vescovo che esclama: "Come vorrei che la gioia dell'appartenenza alla Chiesa contagiasse i tanti critici, scettici, dubbiosi che cercano sicurezza in società, club, sette, strutture che offrono prospettive di benessere fisico, psichico, economico, di potere!". La conclusione è tra le più ovvie: Mons. Miccichè, dopo la pubblicazione della Lettera, è stato duramente attaccato dalla massoneria ma da buon vescovo ha solo fatto ciò per cui è stato chiamato dal Signore: pascere il gregge che gli è stato affidato e sorvegliare perché i lupi non lo divorino e se i lupi hanno ringhiato vuol dire che l'allarme era ed è più che mai urgente e attuale.
Sull'argomento ci permettiano di segnalare questo articolo: Anna Pellicciari e mons. Luigi Negri: Chiesa e massoneria sono incompatibili. A dimostrazione che è uno scontro che dura almeno da 290 anni.
il Mascellaro
Il vescovo e la massoneria
Società - lun 12 nov 2007
di Daniele Fazio
La massoneria è presente, opera con la sua dottrina anticristica e anticattolica ed è una vera e propria piaga da tenere ben in conto e da combattere, insomma un problema da non sottovalutare che deve far preoccupare soprattutto la Chiesa e i cattolici, anche in Sicilia. Così, coraggiosamente, ormai un anno fa, il vescovo di Trapani, Mons. Francesco Miccichè, già ausiliare della Diocesi di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela, scriveva nella Lettera per l'Avvento del 2006, "Il santo Viaggio in Cristo e nella Chiesa", inviata alla diocesi di cui è Pastore ormai da dieci anni.
Sembravano cose passate, ormai dimenticate, battaglie di altri tempi, da dimenticare e cancellare secondo i soliti "adulti"perchè segno della "chiusura"della Chiesa ottocentesca alla modernità a cui si sarebbe aperta con il Concilio Vaticano II e pure Mons. Miccichè, che peraltro non può essere affatto etichettato come tradizionalista o reazionario, riecheggiando il Magistero della Chiesa non è affatto di questo parere e annovera tra le "tristi piaghe"dei nostri tempi la massoneria dandone non solo una sintetica, densa e precisa definizione ma anche descrivendone una chiara modalità di comportamento da parte del clero e dei cattolici di fronte a questo fenomeno. Ecco le sue parole: "La grave piaga della massoneria con il suo cumulo di eresie ammantate da motivazioni filantropiche, va sconfessata con forza ribadendo la dottrina certa della Chiesa sulla inconciliabilità dell'appartenenza del cristiano alla massoneria. Chi ne fa parte si pone fuori dalla Chiesa, è in stato di peccato grave enon può accedere alla Santa Comunione (Congregazione per la dottrina della fede, Dichiarazione sullaMassoneria , 26 Novembre 1983). Il credo massonico è antitetico al credo cristiano; è un credo che, in nome del rispetto della libertà di ognuno, assume il relativismo come unico criterio di pensiero e di azione. Sapere di più su questa perniciosa e invasiva realtà, purtroppo presente nel nostro territorio, è un dovere morale grave per i presbiteri, i diaconi, i religiosi, gli operatori pastorali, perché solo conoscendola è possibile illuminare le coscienze e dare le giuste coordinate del credo cattolico".
In altre parole e senza entrare nello specifico la massoneria è una setta che nascondendosi dietro motivazioni solidaristiche e filantropiche fa diventare l'uomo una divinità e dietro le pratiche di beneficenza nasconde un progetto ideologico ben preciso che è quello della lotta contro la verità e la diffusione a ogni livello del relativismo paventandolo dietro il rispetto della libertà di ogni uomo.
Pertanto, non esiste alcuna conciliabilità tra la fede cattolica e il progetto massonico, anzi la massoneria per molto tempo ha rappresentato il motore primo della scristianizzazione dell'Occidente; a partire dalla sua fondazione il 24 giugno del 1717 a Londra, si è trovata sempre dietro quei fenomeni (Illuminismo, Rivoluzione Francese, Risorgimento Italiano, distruzione dell'Impero Asburgico, persecuzioni violente contro i cattolici in Messico e Spagna agli inizi del Novecento…) che hanno colpito violentemente la Cristianità mirando esplicitamente alla distruzione della Chiesa e può essere benissimo identificata con l'incarnazione di quei "figli delle tenebre"di cui ci riferisce il vangelo, ovvero di quel corpo misterioso di satana presente nella storia che combatte contro Cristo e il suo corpo mistico cioè la Chiesa. Ma, il vescovo di Trapani và oltre, non solo cattolicesimo e massoneria sono inconciliabili e quindi il massone non può accedere ai sacramenti ma vige una sorta di obbligo morale per clero e laici cattolici di combatterla, innanzitutto sconfessandola come più volte ha fatto il Magistero della Chiesa e poi studiandola per mettere il prossimo in guardia di fronte a questa "perniciosa e invasiva realtà".
L'intervento del vescovo è inoltre pregevole in quanto evita accuratamente di confondere mafia, potere e massoneria come una debole retorica antimassonica che proviene da certa sinistra ha fatto non andando al nocciolo del problema. Una cosa è la piaga della mafia, altra cosa è la piaga della massoneria e per certi versi molto più inquietante non perché occuperebbe segretamente o palesemente i gangli del potere quasi fosse una organizzazione per il raggiungimento del potere istituzionale ed economico ma perché portatrice, sia che abbia un potere concreto sia che non lo abbia, di una dottrina perversa contro l'uomo e contro Dio. Altro fattore importante da evidenziare è il fatto che la massoneria, in cui si entra per cooptazione, si serve di associazioni umanitarie, filantropiche, culturali create ad hoc o dove si è saputa ben infiltrare, i cosidetti "club service", per reclutare i propri uomini, scelti tra i migliori, i rimanenti restano a "binario morto"per svolgere attività culturali o filantropiche. Per tutti questi arde il desiderio del vescovo che esclama: "Come vorrei che la gioia dell'appartenenza alla Chiesa contagiasse i tanti critici, scettici, dubbiosi che cercano sicurezza in società, club, sette, strutture che offrono prospettive di benessere fisico, psichico, economico, di potere!". La conclusione è tra le più ovvie: Mons. Miccichè, dopo la pubblicazione della Lettera, è stato duramente attaccato dalla massoneria ma da buon vescovo ha solo fatto ciò per cui è stato chiamato dal Signore: pascere il gregge che gli è stato affidato e sorvegliare perché i lupi non lo divorino e se i lupi hanno ringhiato vuol dire che l'allarme era ed è più che mai urgente e attuale.
Sull'argomento ci permettiano di segnalare questo articolo: Anna Pellicciari e mons. Luigi Negri: Chiesa e massoneria sono incompatibili. A dimostrazione che è uno scontro che dura almeno da 290 anni.
il Mascellaro