di Graziano Girotti, cogestore del blog Il Filo a Piombo
Ratzinger è solo. Noi siamo con la sua solitudine. C’è qualcun altro?
Quello di ieri, domenica 17 settembre 2006, è stato uno dei pomeriggi peggiori da molto tempo a questa parte per cattolici liberali e occidentali come noi. Mentre i telegiornali mandavano le poche immagini del funerale di Oriana Fallaci, morta solitaria nella sua città ostile – Firenze - e le disgustose bugie di Prodi a proposito della vicenda Telecom tenevano banco sulla stampa, a Mogadiscio moriva una suora italiana, suor Leonella. Nel momento in cui scriviamo si sa ancora poco di questo assassinio. Difficile, però, non collegarlo alle violenze anticristiane che nel mondo arabo sono rinfocolate dopo il discorso del Papa a Ratisbona dei giorni scorsi. Ratzinger, nel corso dell’Angelus della mattina, si era detto rammaricato per le reazioni rabbiose di molti esponenti islamici e per le conseguenze che quelle reazioni stavano provocando.
Poi le agenzie hanno cominciato a battere il commento della Fratellanza musulmana e quello del primo ministro palestinese Islaim Haniyeh, e tutto è precipitato. La prima si dichiarava soddisfatta per le “scuse” del Pontefice (quali, poi?), e tra quelle righe correva, non scritto e silenzioso come un serpente che si insinua nell’erba, l’ordine di “cessate il fuoco” ai propri soldati sparsi per tutto il Medio Oriente. Dopo pochi minuti giungeva la deplorazione dell’Autorità palestinese per gli attacchi alle chiese cristiane. E il cattolico – fieramente non adulto - che assisteva a questi eventi da qualche migliaio di chilometri di distanza non ha potuto far altro che trarre un sospiro di sollievo. Un sollievo però disperato, tragico, colmo di buio perché giungeva dai deserti culturali dell’Italia e dell’Europa. Da un Occidente che ancora una volta si era piegato al ricatto fondamentalista e terrorista, lasciando che fosse il solo Papa a vedersela con gli adoratori della morte.
Da ieri le istituzioni politiche dell’Europa e del resto del mondo libero non solo hanno offerto ancora più legittimità a organizzazioni contigue, se non addirittura complici, con chi punta al nostro sterminio. Ma per la prima volta hanno legittimato la guerra santa, un ossimoro così platealmente contro quello in cui abbiamo sempre creduto – o abbiamo pensato di aver creduto – da essercene addirittura scordati. Per viltà, ignavia, indifferenza e chissà cos’altro. Lasciando il dotto Ratzinger in balìa di lestofanti assetati di sangue, ignoranti e ingannatori delle coscienze altrui.
Noi siamo con Ratzinger, noi siamo con la sua solitudine che ci offre molto più riparo e ristoro dei silenzi vigliacchi di tanti cattolici adulti che ricoprono ruoli di ir-responsabilità. Un Papa, allora, che mentre interveniva in Germania rivolgendosi all’Occidente malato, che peraltro non ha ancora scoperto di esserlo, e pensava di parlare ad amici, veniva circondato da nemici mortali. Poi, quando si è guardato alle spalle, ha scoperto che quegli amici se l’erano data a gambe.
Insomma, 11 settembre 2001 e 17 settembre 2006: due date a loro modo coerenti. Tragicamente coerenti. Ma interessa a qualcuno?
lun 18 set
Ratzinger è solo. Noi siamo con la sua solitudine. C’è qualcun altro?
Quello di ieri, domenica 17 settembre 2006, è stato uno dei pomeriggi peggiori da molto tempo a questa parte per cattolici liberali e occidentali come noi. Mentre i telegiornali mandavano le poche immagini del funerale di Oriana Fallaci, morta solitaria nella sua città ostile – Firenze - e le disgustose bugie di Prodi a proposito della vicenda Telecom tenevano banco sulla stampa, a Mogadiscio moriva una suora italiana, suor Leonella. Nel momento in cui scriviamo si sa ancora poco di questo assassinio. Difficile, però, non collegarlo alle violenze anticristiane che nel mondo arabo sono rinfocolate dopo il discorso del Papa a Ratisbona dei giorni scorsi. Ratzinger, nel corso dell’Angelus della mattina, si era detto rammaricato per le reazioni rabbiose di molti esponenti islamici e per le conseguenze che quelle reazioni stavano provocando.
Poi le agenzie hanno cominciato a battere il commento della Fratellanza musulmana e quello del primo ministro palestinese Islaim Haniyeh, e tutto è precipitato. La prima si dichiarava soddisfatta per le “scuse” del Pontefice (quali, poi?), e tra quelle righe correva, non scritto e silenzioso come un serpente che si insinua nell’erba, l’ordine di “cessate il fuoco” ai propri soldati sparsi per tutto il Medio Oriente. Dopo pochi minuti giungeva la deplorazione dell’Autorità palestinese per gli attacchi alle chiese cristiane. E il cattolico – fieramente non adulto - che assisteva a questi eventi da qualche migliaio di chilometri di distanza non ha potuto far altro che trarre un sospiro di sollievo. Un sollievo però disperato, tragico, colmo di buio perché giungeva dai deserti culturali dell’Italia e dell’Europa. Da un Occidente che ancora una volta si era piegato al ricatto fondamentalista e terrorista, lasciando che fosse il solo Papa a vedersela con gli adoratori della morte.
Da ieri le istituzioni politiche dell’Europa e del resto del mondo libero non solo hanno offerto ancora più legittimità a organizzazioni contigue, se non addirittura complici, con chi punta al nostro sterminio. Ma per la prima volta hanno legittimato la guerra santa, un ossimoro così platealmente contro quello in cui abbiamo sempre creduto – o abbiamo pensato di aver creduto – da essercene addirittura scordati. Per viltà, ignavia, indifferenza e chissà cos’altro. Lasciando il dotto Ratzinger in balìa di lestofanti assetati di sangue, ignoranti e ingannatori delle coscienze altrui.
Noi siamo con Ratzinger, noi siamo con la sua solitudine che ci offre molto più riparo e ristoro dei silenzi vigliacchi di tanti cattolici adulti che ricoprono ruoli di ir-responsabilità. Un Papa, allora, che mentre interveniva in Germania rivolgendosi all’Occidente malato, che peraltro non ha ancora scoperto di esserlo, e pensava di parlare ad amici, veniva circondato da nemici mortali. Poi, quando si è guardato alle spalle, ha scoperto che quegli amici se l’erano data a gambe.
Insomma, 11 settembre 2001 e 17 settembre 2006: due date a loro modo coerenti. Tragicamente coerenti. Ma interessa a qualcuno?
lun 18 set