Farías ci racconta l’Allende
eugenetico,sterilizzatore e un po’razzista
È stato ora tradotto anche in italiano il libro “Salvador Allende. La fine di un mito. Il socialismo tra ossessione totalitaria e corruzione. Nuove rivelazioni” del filosofo e storico Víctor Farías. Tra le altre cose, Farías ritiene che tra i socialisti cileni una nascosta onda lunga sia arrivata fino a oggi e cita un decreto del 2000 con cui senza passare per il Congresso il governo di Santiago ha emanato alcune “direttive per il servizio sanitario sulla sterilizzazione femminile e maschile”. Il Ministro era Michelle Bachelet, attuale presidente della Repubblica.
“Le leggi dell’eutanasia e dell’eugenetica hanno rimpiazzato la Rupe Tarpea: le loro disposizioni proteggono l’individuo, indipendentemente dall’individuo stesso, e soltanto con obiettivi sociali”. E’ un Salvador Allende quasi luciferino, quello che emerge dalla sua tesi di laurea in Medicina del 1933 su “Igiene Mentale e Delinquenza”. Uno dei documenti su cui il filosofo e storico Víctor Farías ha costruito un best-seller dal successo di scandalo ora tradotto anche in italiano: “Salvador Allende. La fine di un mito. Il socialismo tra ossessione totalitaria e corruzione. Nuove rivelazioni” (Medusa, pp. 206, euro 19,50). Farías, già esule della dittatura di Pinochet in Germania, fece scandalo la prima volta con un saggio del 1987 sui legami tra nazismo e Heiddeger. In seguito ha studiato García Márquez e Borges, prima di passare più decisamente alla storia del suo paese con due studi sulla sinistra cilena tra il 1969 e il 1973 e sui nazisti in Cile. Un testo, quest’ultimo, che ha fatto scalpore per la denuncia delle vaste simpatie che il regime di Hitler aveva avuto: non solo tra la pur vasta comunità tedesca, e non solo a destra. Sarebbe stato proprio il “cacciatore di nazisti” Simon Wiesenthal a mettergli la pulce nell’orecchio, raccontandogli del modo in cui durante il governo di Allende non fu estradato il criminale di guerra Walther Rauff. Ed esplorando, Farías si è appunto imbattuto in quella tesi, infarcita con “perle” di questo tipo. “Gli italiani del sud – all’opposto di quelli del nord, specialmente i siciliani – e gli spagnoli propendono per i crimini passionali in forma barbara e primitiva e sono emotivamente irresponsabili, poiché il mare e il calore stimolano l’attività tiroidea”. “L’omosessuale organico è un infermo e, di conseguenza, deve essere trattato come tale”. “Gli ebrei si classificano per determinate forme di delitto; truffa, falso, calunnia e, sopra tutto, l’usura”. La Fondazione Salvador Allende oltre a citare Farías in tribunale ha messo on line quella tesi, con una lunga introduzione per spiegare la “mistificazione”. Ma a controllare su www.elclarin.cl/fpa/pdf/tesis_sag.pdf si vede che in effetti certe cose il giovane Allende le aveva scritte, pur se il contesto è più ampio. A Farías è stato pure ribattuto che certe idee eugenetiche negli anni Trenta erano correnti, e largamente praticate da governi democratici, dagli Stati Uniti alla Scandinavia. Farías ha però osservato come quando a sei anni dalla sua tesi Allende si ritrovò a fare il ministro della Salute non si limitò più alle teorie rimasticate, ma redasse un progetto di legge sulla sterilizzazione degli alienati le cui disposizioni si avvicinavano in modo impressionante alla legislazione nazista. “Schizofrenia (demenza precoce); psicosi maniaco-depressiva; epilessia essenziale; corea di Huntington; idiozia, imbecillità e debolezza mentale profonda; follia morale costituzionale; alcolismo cronico” sono le motivazioni della legge voluta da Allende per la sterlilizzazione forzata; “imbecillità congenita; schizofrenia; follia circolare (mania depressiva); epilessia ereditaria; corea di Huntington (ballo di San Vito); cecità ereditaria; sordità ereditaria; gravi deformazioni fisiche ereditarie” sono le previsioni della legge nazista. Poi, è vero, in Cile a differenza che in Germania non sarebbe stato sterilizzato nessuno. Ma solo perché la legge non passò, così come solo per l’opposizione del contesto inter-americano non se ne sarebbe fatto niente del progetto di alleanza con la Germania nazista di cui Allende si sarebbe fatto mallevadore, proponendo addirittura la cessione di basi ai sottomarini tedeschi. Secondo Farías, a riprova del fatto che una certa attrazione non si limitava all’eugenetica. Anche la socialdemocrazia svedese, d’altronde, affiancò eugenetica a politica estera filotedesca, fino a quando non fu chiaro che la Germania avrebbe perso la guerra. Se non altro, però, in Scandinavia le sterilizzazioni forzate hanno avuto termine negli anni Settanta. Farías ritiene invece che tra i socialisti cileni una nascosta onda lunga sia arrivata fino a oggi, e cita un decreto del 2000 con cui senza passare per il Congresso il governo di Santiago ha emanato alcune “direttive per il servizio sanitario sulla sterilizzazione femminile e maschile” in cui si prevede la possibilità dell’intervento non solo “su richiesta della persona sollecitante” ma anche “su prescrizione medica o su sollecito di terzi”. Ministro era Michelle Bachelet, attuale presidente della Repubblica.
di Maurizio Stefanini
Il Foglio 27 settembre 2007
eugenetico,sterilizzatore e un po’razzista
È stato ora tradotto anche in italiano il libro “Salvador Allende. La fine di un mito. Il socialismo tra ossessione totalitaria e corruzione. Nuove rivelazioni” del filosofo e storico Víctor Farías. Tra le altre cose, Farías ritiene che tra i socialisti cileni una nascosta onda lunga sia arrivata fino a oggi e cita un decreto del 2000 con cui senza passare per il Congresso il governo di Santiago ha emanato alcune “direttive per il servizio sanitario sulla sterilizzazione femminile e maschile”. Il Ministro era Michelle Bachelet, attuale presidente della Repubblica.
“Le leggi dell’eutanasia e dell’eugenetica hanno rimpiazzato la Rupe Tarpea: le loro disposizioni proteggono l’individuo, indipendentemente dall’individuo stesso, e soltanto con obiettivi sociali”. E’ un Salvador Allende quasi luciferino, quello che emerge dalla sua tesi di laurea in Medicina del 1933 su “Igiene Mentale e Delinquenza”. Uno dei documenti su cui il filosofo e storico Víctor Farías ha costruito un best-seller dal successo di scandalo ora tradotto anche in italiano: “Salvador Allende. La fine di un mito. Il socialismo tra ossessione totalitaria e corruzione. Nuove rivelazioni” (Medusa, pp. 206, euro 19,50). Farías, già esule della dittatura di Pinochet in Germania, fece scandalo la prima volta con un saggio del 1987 sui legami tra nazismo e Heiddeger. In seguito ha studiato García Márquez e Borges, prima di passare più decisamente alla storia del suo paese con due studi sulla sinistra cilena tra il 1969 e il 1973 e sui nazisti in Cile. Un testo, quest’ultimo, che ha fatto scalpore per la denuncia delle vaste simpatie che il regime di Hitler aveva avuto: non solo tra la pur vasta comunità tedesca, e non solo a destra. Sarebbe stato proprio il “cacciatore di nazisti” Simon Wiesenthal a mettergli la pulce nell’orecchio, raccontandogli del modo in cui durante il governo di Allende non fu estradato il criminale di guerra Walther Rauff. Ed esplorando, Farías si è appunto imbattuto in quella tesi, infarcita con “perle” di questo tipo. “Gli italiani del sud – all’opposto di quelli del nord, specialmente i siciliani – e gli spagnoli propendono per i crimini passionali in forma barbara e primitiva e sono emotivamente irresponsabili, poiché il mare e il calore stimolano l’attività tiroidea”. “L’omosessuale organico è un infermo e, di conseguenza, deve essere trattato come tale”. “Gli ebrei si classificano per determinate forme di delitto; truffa, falso, calunnia e, sopra tutto, l’usura”. La Fondazione Salvador Allende oltre a citare Farías in tribunale ha messo on line quella tesi, con una lunga introduzione per spiegare la “mistificazione”. Ma a controllare su www.elclarin.cl/fpa/pdf/tesis_sag.pdf si vede che in effetti certe cose il giovane Allende le aveva scritte, pur se il contesto è più ampio. A Farías è stato pure ribattuto che certe idee eugenetiche negli anni Trenta erano correnti, e largamente praticate da governi democratici, dagli Stati Uniti alla Scandinavia. Farías ha però osservato come quando a sei anni dalla sua tesi Allende si ritrovò a fare il ministro della Salute non si limitò più alle teorie rimasticate, ma redasse un progetto di legge sulla sterilizzazione degli alienati le cui disposizioni si avvicinavano in modo impressionante alla legislazione nazista. “Schizofrenia (demenza precoce); psicosi maniaco-depressiva; epilessia essenziale; corea di Huntington; idiozia, imbecillità e debolezza mentale profonda; follia morale costituzionale; alcolismo cronico” sono le motivazioni della legge voluta da Allende per la sterlilizzazione forzata; “imbecillità congenita; schizofrenia; follia circolare (mania depressiva); epilessia ereditaria; corea di Huntington (ballo di San Vito); cecità ereditaria; sordità ereditaria; gravi deformazioni fisiche ereditarie” sono le previsioni della legge nazista. Poi, è vero, in Cile a differenza che in Germania non sarebbe stato sterilizzato nessuno. Ma solo perché la legge non passò, così come solo per l’opposizione del contesto inter-americano non se ne sarebbe fatto niente del progetto di alleanza con la Germania nazista di cui Allende si sarebbe fatto mallevadore, proponendo addirittura la cessione di basi ai sottomarini tedeschi. Secondo Farías, a riprova del fatto che una certa attrazione non si limitava all’eugenetica. Anche la socialdemocrazia svedese, d’altronde, affiancò eugenetica a politica estera filotedesca, fino a quando non fu chiaro che la Germania avrebbe perso la guerra. Se non altro, però, in Scandinavia le sterilizzazioni forzate hanno avuto termine negli anni Settanta. Farías ritiene invece che tra i socialisti cileni una nascosta onda lunga sia arrivata fino a oggi, e cita un decreto del 2000 con cui senza passare per il Congresso il governo di Santiago ha emanato alcune “direttive per il servizio sanitario sulla sterilizzazione femminile e maschile” in cui si prevede la possibilità dell’intervento non solo “su richiesta della persona sollecitante” ma anche “su prescrizione medica o su sollecito di terzi”. Ministro era Michelle Bachelet, attuale presidente della Repubblica.
di Maurizio Stefanini
Il Foglio 27 settembre 2007