9 novembre: una giornata per la liberta' dal comunismo
Novecento - dom 11 nov
Interventi
SQUARCI DI STORIA • di Domenico Bonvegna
Il 9 novembre scorso si è celebrata la giornata della libertà , sancita per legge dal parlamento italiano per ricordare la caduta del famigerato Muro di Berlino , e quindi la fine della morsa del comunismo sull'Europa Orientale. Una legge, che ha lo scopo di ricordare, e che soprattutto vuole essere, come recita il testo, "un auspicio della democrazia per le popolazioni tuttora soggette al totalitarismo", con un richiamo all'inviolabilità dei diritti dell'uomo.
E' una ricorrenza importante, specie in Italia, dove ancora la Sinistra non ha fatto i conti con il suo passato (basti pensare che ci sono ancora due partiti che ostentano con orgoglio come loro simbolo la falce ed il martello), con le sue responsabilità storiche e politiche e ancora tenta di imporre una lettura della Storia e anche dei fatti dei nostri giorni, lontana dalla realtà.
La questione del Comunismo è una ferita ancora sanguinante e aperta. E' una questione che non si è affrontata seriamente in tutte le sue profondità. A 16 anni dalla caduta del Muro di Berlino gli effetti devastanti del dominio comunista continuano a farsi sentire e sono soprattutto morali e culturali. E', di fatto, mancata una profonda disamina circa la vera natura della catastrofe ideologica che per lunghi e tristi anni ha interessato metà del mondo.
Conosciamo tutto del comunismo a 16 anni dalla caduta del Muro di Berlino? La storiografia ha affrontato il fenomeno a 360 gradi come per le altre dittature del secolo passato? Domande che mi ponevo in un convegno e una mostra sui crimini del comunismo, organizzato due anni fa nella mia città, proprio l'8 novembre.
I danni del comunismo nel mondo permangono, profondi e annidati anche nei luoghi(o nelle menti) più insospettati. Ecco perché, è opportuno ricordare i crimini del socialcomunismo.
"Non si tratta, naturalmente, di mettere su un'abominevole bilancia i morti dei due genocidi per un mostruoso conteggio comparativo, ma semplicemente di ricordare che i massacri sono stati due, frutto di diverse ideologie scellerate[…]Chiedere che la memoria collettiva commemori anche il genocidio del Gulag (Gulag è la sigla russa di Glavnoe upravlenie lagerej ), non significa fare un'operazione di equilibrismo politico, bensì compiere un atto di elementare giustizia morale che tolga alla memoria del crimine antisemita ogni velo di ipocrita unilateralità" ( L'altra metà della memoria, Vittorio Strada , in Avvenire, 26/1/2002) .
Giustamente si deplora il folle piano di annientamento che i nazisti hanno attuato nei confronti del popolo ebreo, ma anche i cristiani sono state vittime del regime nazionalsocialista, soltanto nella Polonia gli ecclesiastici uccisi dai nazisti furono 6.400. A migliaia furono i cristiani annientati nella Russia Sovietica, tra il 1917 e 1925, scomparvero nel nulla 200 mila cattolici; ma è la Chiesa Ortodossa russa che ha avuto il più grande numero di martiri.
Nel solo Novecento sono stati eliminati 45 milioni (QUARANTACINQUE) di cristiani, morti ammazzati per la loro fede. Non è pure questo un olocausto? Del tremendo olocausto ebraico, che ha causato 6 milioni di vittime, è proibito, giustamente, dimenticarsi. Di quello cristiano, che nel secolo scorso ha causato un numero di vittime superiore di nove volte, nessuno si ricorda. "[…]il grande macello cominciato con Lenin è proseguito a tutte le latitudini in cui il comunismo si sia imposto dopo la morte di Stalin. Dovunque, dall'Europa dell'Est alla Cina di Mao, dall'Africa alla Cambogia, dall'Etiopia al Vietnam, la grande mattanza ha concesso orrende repliche( e la persecuzione contro i cristiani è tuttora in corso nei regimi comunisti: Cina, Laos,, Corea del Nord, Vietnam e Cuba)". ( A. Socci , I Nuovi Perseguitati , Piemme ).
L'Occidente è stato finora cieco e muto, si è rifiutato di vedere e di parlare, c'è stata una sottile ipocrisia della nostra cultura(dai massmedia all'Università, alle varie associazioni politiche). Invece, di denunciare coraggiosamente questi massacri si è preferito un comodo conformismo "buonista"condiviso pure da molti ambienti religiosi. "[…]come è potuto e può ancor oggi accadere - si chiedeva Ernesto Galli della Loggia - che dell'esistenzadi questo fiume di sangue la nostra cultura abbia così scarse memoria e consapevolezza?"
Ora finalmente, dopo 60, grazie soprattutto all'impegno dei parlamentari di Centrodestra e in particolare del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, è stata istituita questa giornata della libertà per ricordare la liberazione dalla tirannia comunista; ma chi l'ha festeggiata la giornata? Solo il centrodestra. Chi ne ha parlato? In quale scuola italiana si sta facendo o si è fatto qualcosa? E' l'ennesimo segnale che ancora i nostri ex o post comunisti non sono cambiati.
Non si è riusciti a far diventare l' anticomunismo un valore condiviso, infatti, la Legge sul "giorno della Libertà", approvata il 6 aprile scorso, "non ha potuto - scrive Turci su Il Domenicale - fregiarsi dell'unanimità di voto, ma ha dovuto 'accontentarsi' della maggioranza relativa" . Hanno votato a favore 247 contro 206 contrari, 5 gli astenuti. A 16 anni dalla caduta del muro di Berlino, l'egemonia culturale marxista sui banchi di scuola non scricchiola, ancora i libri di testo sono sempre quelli delle falsità storiche e dell'imbonimento marxista.
"Il Comunismo non è finito", scriveva Eugenio Corti , in particolare, oggi sopravvive la dittatura degli intellettuali "organici al comunismo", si tratta del comunismo gramsciano, "che non uccide fisicamente, ma attua l'emarginazione, ossia la morte civile, di chiunque le si opponga". E proprio Corti è uno di quelli, che ha subito la discriminazione e l'esclusione dal gotha intellettuale, almeno in Italia…
Si continua a fare lo stesso errore: discriminare i morti. Si ricorda l'olocausto degli ebrei e si dimenticano tutte le altre vittime, gli oltre 200 milioni di morti dei sistemi comunisti. Qualcuno ha scritto o pensato che anche per i crimini del comunismo, per i responsabili, ci voleva una "Norimberga" come ci fu per i crimini del Nazionalsocialismo. A distanza di anni mi sembra impossibile, forse basterebbe una "Norimberga culturale" .
"I crimini commessi in tutto il mondo in nome del socialismo devono proprio essere gli unici a non poter essere assolutamente denunciati? Si domandava monsignor Johannes Dyba , vescovo di Fulda, subito dopo la caduta del muro di Berlino, Nel nostro Stato di diritto - affermava - perfino i sofisticatori di vino vengono messi in carcere preventivo per il pericolo di inquinamento delle prove, ma dove sono i vertici responsabili della Stasi? Si è forse mai visto uno stalinista in tribunale?" ( Cristianità , n.182-183/1990).
Nel marzo del 1990 la rivista Cristianità pubblicava uno straordinario studio del professore brasiliano P.C. de Oliveira dal titolo: Comunismo e Anticomunismo sulla soglia dell'ultimo decennio di questo millennio ,in questo studio il professore brasiliano chiedeva un grande atto di giustizia nei confronti del comunismo chiamato a rispondere di fronte al tribunale della storia.
Il pensatore brasiliano formula delle precise accuse a tutti i responsabili diretti della immensa sciagura comunista, a cominciare dai dirigenti supremi della Russia sovietica e delle nazioni prigioniere che imposero la schiavitù; agli ingenui, ai pusillamini, ai collaborazionisti(volontari e non) dell'Occidente, che invece di intraprendere una crociata per liberare le vittime dell'oppressione comunista, tacquero, collaborarono, prolungarono con le loro sovvenzioni l'azione dei carnefici.
Accuse particolari sono rivolte ai dirigenti dei vari partiti comunisti sparsi nel mondo che pur conoscendo il tragico fallimento del comunismo, cercarono in tutti i modi di realizzarlo nei loro paesi, combattendo implacabilmente gli anticomunisti, che resistevano contro la penetrazione sovietica nei loro paesi.
Accusati sono le quinte colonne al servizio del nemico ed "utili idioti", borghesi, politici ed ecclesiastici, che, lungi dall'attaccare il comunismo, appoggiarono un incessante diluvio di diffamazioni contro le organizzazioni anticomuniste.
Sono tutte verità che vanno conosciute e su cui ancora bisogna riflettere, ma soprattutto è fondamentale poterlo raccontare ai giovani nelle scuole.
Per quale motivo?Affinché"l'Europa non dimentichi , […] per non incorrere negli stessi lacrimevoli errori" come ha detto Giovanni Paolo II il Grande, parlando alla nazione albanese.
S. Teresa di Riva, 9 novembre 2005
In un momento di grande confusione tra cattolici, non solo tra cristiani, cerco di inserirmi nella comunicazione con questo strumento per dare voce alla mia fedeltà alla Chiesa e al Papa. "Credo nella Chiesa Cattolica credo alla Chiesa Cattolica" (Don Mario Occhiena)
-
BENEDETTO XVI ANGELUS Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo Domenica, 17 settembre 2006 Cari fratelli e sorelle, il viaggio apostolico in B...
-
Da:il Mascellaro Due saggi di René Rémond e Luca Volontè smascherano l'ultima crociata anticattolica di Eugenia Roccella Tratto da Il Gi...