Passa ai contenuti principali

Finanziaria: il Forum Famiglie escluso dalle consultazioni

Finanziaria: il Forum Famiglie escluso dalle consultazioni

Il Forum Famiglie organizza una raccolta di firme a sostegno di una
proposta fiscale che premia i contribuenti che hanno un figlio a
carico... E protesta per essere stata esclusa dalle parti sociali
consultate (tra le quali è invece inclusa l'Arcigay) su Dpef e
Finanziaria. E' la prima volta che dopo sette anni il Forum non
viene interpellato: speriamo che il Forum impari la lezione e si
apra alle realtà che fanno davvero lobbying etico.


Il Popolo del Family Day torna a mobilitarsi. Lo fa per chiedere un
fisco giusto, a misura di famiglia.
Lo fa per protestare contro questa finanziaria 2008, talmente chiusa
nei confronti della famiglia che è stato difficile anche trovare
appigli per fare emendamenti.
Lo fa per protestare contro il Governo Prodi che per la prima volta
dopo sette anni ha depennato il Forum Famiglie dalle parti sociali
interpellate nella stesura del Dpef e della Finanziaria, ricevendo
invece l'Arcigay.

Perchè l'Arcigay sì e il Forum Famiglie no?
Perché Padoa Schioppa ha ricevuto il Forum solo una volta, per il
Dpef dell'estate 2006, per poi chiudere tutte le porte dopo il
Family Day?
[Il perchè è ovvio: nonostante gli ingenui tentativi del Forum di
presentare il Family Day come aconfessionale e apartitico, sul piano
culturale esso è l'esatto contrario del progressismo, NdR]

Le famiglie non ci stanno più e hanno deciso di gridarlo dai tetti.
Lo faranno nei prossimi tre mesi con una imponente raccolta di
firme, che vuole rimettere insieme il milione di persone scese in
piazza il 12 maggio. E forse qualcuna in più, visto che la richiesta
è totalmente laica e interessa chiunque abbia un figlio a carico, a
prescindere dall'essere sposati o meno. [E' un'altra inutile
concessione fatta dal Forum al politicamente corretto: con tutto il
rispetto per le situazioni familiari difficili, è evidente che il
Forum non raccoglierà mai il consenso delle Unioni di Fatto, NdR].
Tant'è che alle associazione del cartello del Family Day si è
aggiunto anche l'Ugl - Unione Generale del Lavoro.

"Il Family dai ha lasciato alla famiglia la consapevolezza di essere
un soggetto sociale", dice Paola Soave, vicepresidente del Forum.
[Il Family Day è riuscito solo perché l'episcopato e il clero bene
orientati si sono mobilitati. E' un'iniziativa che vivrà solo per
l'impegno di questa parte della Chiesa, non certo grazie
all'intelligente Roccella e all'ambiguo Pezzotta, che rappresentano
solo se stessi, NdR]
"Non è solo questione di soldi, ma di cultura. Fare figli non è un
fatto privato, ma un elemento di bene comune". Non si tratta di
regali, ma di introdurre nel fisco l'equità orizzontale, per cui a
parità di reddito chi ha figli da mantenere non deve pagare le
stesse tasse di chi figli non ne ha.

La petizione chiede di calcolare il reddito non solo in base al
reddito percepito, ma anche in base al numero dei componenti il
nucleo familiare. In pratica si chiede di dedurre dal reddito medio
percepito il costo reale del mantenimento di ogni figlio, quello che
la Costituzione sancisce come obbligo, calcolabile intorno ai 6.000
euro: "Una cifra per nulla esagerata, molto vicina al reale, semmai
per difetto", commenta la Soave.
Sullo stesso reddito andrebbero calcolate anche tutte le addizioni
regionali e locali, con un notevole risparmio complessivo per le
famiglie.
La deduzione deve spettare a tutti, indipendentemente dal
reddito, "perché il principio non è quello dell'assistenza, ma della
sussidiarietà. Siamo stanchi di uno Stato che si sostituisce alla
famiglia, offre servizi, la priva di risorse e poi la assiste quando
è diventata povera: chiediamo che la famiglia sia lasciata nella
condizione di poter adempiere le sue funzioni".
Per questo per gli incapienti è prevista un'integrazione al reddito
pari alla deduzione non dovuta: non un assegno, ma una "tassa
negativa" che lo Stato deve al cittadino.

Sara De Carli
(da: Vita, 2-11-2007, con integrazioni redazionali)

Post popolari in questo blog

Attenzione, preparano l’agguato al Papa

La Sapienza e la cristofobia di certi intellettuali italiani 13 gennaio 2008 Attenzione, preparano l’agguato al Papa L’ignoranza domina tra i presunti scienziati dell’Università La Sapienza di Roma. In 67 cattedratici vogliono impedire al Papa di parlare, anzi persino di entrare in aula magna giovedì prossimo, per l’inaugurazione dell’anno accademico… di Renato Farina L’ignoranza domina tra i presunti scienziati dell’Università La Sapienza di Roma. In 67 cattedratici vogliono impedire al Papa di parlare, anzi persino di entrare in aula magna giovedì prossimo, per l’inaugurazione dell’anno accademico. Hanno firmato un appello, sono quasi tutti fisici. Dicono: è uno straniero, un oscurantista, ha parlato male di Galileo difendendone la condanna diciassette anni fa. Una bugia, lo vedremo. Ma procediamo. Era stato il rettore a volere la presenza di Benedetto XVI. Nei piani originari sarebbe dovuta toccare al Santo Padre la lectio magistralis, la prolusione che dà il tono dell’anno universi

14 OTTOBRE 2009: NON PASSA LA LEGGE SULL’OMOFOBIA

“Gli approfondimenti” 14 OTTOBRE 2009: NON PASSA LA LEGGE SULL’OMOFOBIA ED EMERGE L’INCOMPATIBILITA’ FRA IL PD E I CATTOLICI Dopo Lettonia, Portogallo e quasi tutti gli stati dell’USA anche il Parlamento italiano ha detto no alla legge sull’omofobia. Contemporaneamente dentro il PD è scoppiato quello che tutti già sapevano, l’inconciliabilità fra il maggiore partito italiano della sinistra e i cattolici. Con 286 voti favorevoli e 222 contrari, quindi con una netta maggioranza, il Parlamento italiano ha votato l’incostituzionalità, affossando definitivamente, la proposta di legge presentata dal PD, primo firmatario l’On. Concia, unificata ad una analoga dell’Italia dei Valori, primo firmatario l’On. Di Pietro, tali proposte miravano ad introdurre nel codice penale il reato di omofobia. Una legge che se fosse passata avrebbe introdotto un nuovo reato, il mancato riconoscimento di un diverso orientamento sessuale in tutte le sue svariate forme sarebbe stato perseguibile penalmente. In

IL DONO DI UNA VITA

Fraternità sacerdotale dei missionari di san Carlo Borromeo Lettera dalla frontiera, di Massimo Camisasca 1 marzo 2006 In occasione del primo anniversario della morte di don Luigi Giussani, vi proponiamo l’intervista di don Massimo Camisasca a Famiglia Cristiana. IL DONO DI UNA VITA (da Famiglia Cristiana, n. 9, 26 febbraio 2006) di Alfredo Tradigo Un anno fa, il 22 febbraio, moriva don Luigi Giussani, il prete brianzolo col sigaro e il basco, fondatore di Comunione e liberazione. Abbiamo chiesto a don Massimo Camisasca, uno dei "ragazzi del don Gius" al liceo classico Berchet, divenuto poi tra i suoi più stretti collaboratori (oggi è superiore generale della Fraternità sacerdotale Missionari di san Carlo), di parlarci dell’uomo che ha così profondamente segnato la sua vita. • Don Camisasca, cosa ricorda di quel 24 febbraio a Milano, in Duomo e nella piazza stracolma di folla, quando il cardinale Ratzinger nell’omelia funebre stupì tutti per l’accento di amicizia sincera e