PER LORO È TUTTO UN COMPLOTTO SIONISTA, DALL'OMICIDIO DELL'ARCIDUCA FERDINANDO A SARAJEVO AGLI ATTACCHI DELL'11 SETTEMBRE, DALLE PREDAZIONI DI ORGANI ALLA MORTE DI EDOARDO AGNELLI. SONO GLI ISLAMO-PARANOICI DI TEHRAN
di Casadei Rodolfo
È inutile stracciarsi le vesti per l'indignazione. Se a una manifestazione di protesta davanti all'ambasciata italiana a Tehran 200 studenti universitari dell'ateneo Imam Sadegh - studenti universitari, non taxisti o commercianti del bazar - inalberano cartelli con l'immagine di Edoardo Agnelli «martire sciita ucciso dai sionisti affinché il patrimonio dell'azienda finisse nelle mani del ramo ebreo della famiglia». Se l'élite intellettuale in fieri dell'Iran crede al mosaico surreale di fandonie intorno alla vita e alla morte del figlio di Gianni Agnelli, come ci si può meravigliare che il presidente di quel paese invochi la distruzione dello Stato di Israele? In realtà, Ahmadinejad può permettersi di ostentare la sua visione estremista semplicemente perché decenni di egemonia culturale e propagandistica khomeinista hanno ridotto l'Iran a un paese di antisemiti isterici e paranoici. L'antisemitismo, camuffato da antisionismo, è uno dei collanti del sistema, in quanto permette all'élite dominante di catalizzare il consenso popolare. Per questa ragione è alimentato da una fitta rete propagandistica che va dalle università alle fiction televisive, dai giornali ai cartoni animati.
Gli ebrei e il sangue dei bambini
Basta dare un'occhiata alle programmazioni televisive iraniane. Quest'anno Sahar Tv, una delle emittenti più seguite, ha trasmesso il serial "Al-Shatat", prodotto dalla tivù degli Hezbollah libanesi Al Manar, che è stata interdetta dagli schermi francesi proprio a causa di questa emissione. La serie spiega che da secoli gli ebrei cercano di dominare il mondo attraverso un governo globale che, a partire dal XIX secolo, è guidato dalla famiglia dei banchieri Rotschild. Sotto la loro guida, il governo mondiale occulto degli ebrei si è macchiato di una lunga serie di crimini: lo scoppio della guerra russo-giapponese, l'assassinio dell'arciduca Ferdinando a Sarajevo, lo scoppio delle due Guerre mondiali, la caduta dell'Impero Ottomano, la deposizione dello zar Nicola II, l'assassinio dello zar Alessandro III, lo spionaggio antifrancese a favore della Germania (caso Dreyfuss), la deposizione del primo ministro britannico Lord Asquith, la consegna di ebrei poveri a Hitler in cambio della liberazione di ebrei ricchi, l'uccisione di ebrei che volevano tornare in Europa dopo essere immigrati in Israele, ecc. A questi crimini storico-politici si aggiungono orrori rituali come l'uccisione di bambini cristiani per impastare le ciambelle della Pasqua con il loro sangue.
Sulla stessa lunghezza d'onda "Gli occhi azzurri di Zahra", una serie televisiva in cui gli occupanti militari e civili israeliani dei territori palestinesi danno vita ad un'associazione a delinquere per la predazione degli organi dei bambini palestinesi. Alla piccola Zahra vengono strappati i begli occhi, destinati al figlio handicappato del comandante Cohen, il losco capo dell'organizzazione. Il produttore del serial è un ex dirigente del ministero dell'Educazione, Ahmad Mir-Alawii, che rivendica la veridicità della storia: «Abbiamo presentato solo una piccola parte dei crimini sionisti», ha dichiarato in un'intervista alla stessa Sahar Tv. «C'è una nave bianca che naviga gli oceani e non entra mai nelle acque territoriali di paesi come l'Iran. A bordo ci sono bambini di uno-due anni che non sanno nulla, rapiti in vari modi sotto il pretesto di curarli. Ricevono le migliori cure mediche e sono continuamente monitorati. Perché? Per usarli a scopi medici: prelevano il loro cuore, i reni e altri organi».
I negazionisti, eroi incompresi
Poi ci sono i film come "Holo Causte", prodotto in Libano ma trasmesso da Sahar Tv, dove l'eroe è uno storico revisionista francese che scopre le bugie sioniste sullo sterminio degli ebrei nei campi di concentramento nazisti, e per questo viene assassinato dal Mossad; e ci sono i cartoni animati come quello trasmesso il 28 ottobre scorso da Irib 3 Tv, dove un ragazzo palestinese a cui i militari israeliani hanno sterminato la famiglia si vendica trasformandosi in uno shaid: si lancia contro una pattuglia dell'esercito con una cintura di granate legata attorno ai fianchi.
Si dirà: tivù spazzatura destinata ad eccitare il popolino, talk show e giornali provvederanno ad analisi più serie. Niente affatto. Sui quotidiani e nei dibattiti televisivi tizi che si danno arie da intellettuali confortano con la loro autorevolezza le falsità più perniciose. A un dibattito in occasione del quarto anniversario degli attentati dell'11 settembre su Jaam-e Jam 1 Tv il presentatore chiede: «Come mai migliaia di ebrei quel giorno hanno deciso di non andare al lavoro? Cosa ne pensa lei, che gira film e documentari?». E il regista Nader Talebzadeh, autore di un film su Gesù Cristo dal punto di vista musulmano, risponde: «Non credo che nessuno, nemmeno i francesi, vorranno occuparsi del perché 4 mila lavoratori ebrei dello stesso edificio quel giorno si siano assentati simultaneamente. Quel giorno 4 mila persone sono state contattate e gli è stato detto di non andare al lavoro. Bisogna risolvere questo problema, e poi l'altro: chi erano i passeggeri degli aerei che hanno colpito gli edifici? Dove sono i loro nomi? E di quelli che centrarono il Pentagono?». Presentatore: «La lista non è mai stata pubblicata». E avanti così per parecchi minuti ancora. Sul Tehran Times, giornale del ministero degli Esteri l'editorialista Hossein Amiri scrive che «gli storici revisionisti hanno dimostrato che se Hitler avesse portato avanti un programma sistematico di sterminio degli ebrei, ci sarebbero voluti più dei sei anni di durata della guerra. Hanno pure dimostrato che il gas Zyklon-B non era adatto, a quel tempo, per realizzare politiche di pulizia etnica. Esagerando le sofferenze degli ebrei durante la guerra, i gruppi sionisti e Israele ne approfittano per trarre vantaggi». E gli storici negazionisti come Robert Faurisson e Fredrick Toben sono i beniamini dell'agenzia di stampa Mehr.
Ma allora, se Israele e i sionisti sono tutto ciò che stampa e televisione scrivono, perché mai un uomo dabbene come Ahmadinejad non dovrebbe proporsi di cancellarli dalla faccia della terra?
Tempi num.46 del 10/11/2005
di Casadei Rodolfo
È inutile stracciarsi le vesti per l'indignazione. Se a una manifestazione di protesta davanti all'ambasciata italiana a Tehran 200 studenti universitari dell'ateneo Imam Sadegh - studenti universitari, non taxisti o commercianti del bazar - inalberano cartelli con l'immagine di Edoardo Agnelli «martire sciita ucciso dai sionisti affinché il patrimonio dell'azienda finisse nelle mani del ramo ebreo della famiglia». Se l'élite intellettuale in fieri dell'Iran crede al mosaico surreale di fandonie intorno alla vita e alla morte del figlio di Gianni Agnelli, come ci si può meravigliare che il presidente di quel paese invochi la distruzione dello Stato di Israele? In realtà, Ahmadinejad può permettersi di ostentare la sua visione estremista semplicemente perché decenni di egemonia culturale e propagandistica khomeinista hanno ridotto l'Iran a un paese di antisemiti isterici e paranoici. L'antisemitismo, camuffato da antisionismo, è uno dei collanti del sistema, in quanto permette all'élite dominante di catalizzare il consenso popolare. Per questa ragione è alimentato da una fitta rete propagandistica che va dalle università alle fiction televisive, dai giornali ai cartoni animati.
Gli ebrei e il sangue dei bambini
Basta dare un'occhiata alle programmazioni televisive iraniane. Quest'anno Sahar Tv, una delle emittenti più seguite, ha trasmesso il serial "Al-Shatat", prodotto dalla tivù degli Hezbollah libanesi Al Manar, che è stata interdetta dagli schermi francesi proprio a causa di questa emissione. La serie spiega che da secoli gli ebrei cercano di dominare il mondo attraverso un governo globale che, a partire dal XIX secolo, è guidato dalla famiglia dei banchieri Rotschild. Sotto la loro guida, il governo mondiale occulto degli ebrei si è macchiato di una lunga serie di crimini: lo scoppio della guerra russo-giapponese, l'assassinio dell'arciduca Ferdinando a Sarajevo, lo scoppio delle due Guerre mondiali, la caduta dell'Impero Ottomano, la deposizione dello zar Nicola II, l'assassinio dello zar Alessandro III, lo spionaggio antifrancese a favore della Germania (caso Dreyfuss), la deposizione del primo ministro britannico Lord Asquith, la consegna di ebrei poveri a Hitler in cambio della liberazione di ebrei ricchi, l'uccisione di ebrei che volevano tornare in Europa dopo essere immigrati in Israele, ecc. A questi crimini storico-politici si aggiungono orrori rituali come l'uccisione di bambini cristiani per impastare le ciambelle della Pasqua con il loro sangue.
Sulla stessa lunghezza d'onda "Gli occhi azzurri di Zahra", una serie televisiva in cui gli occupanti militari e civili israeliani dei territori palestinesi danno vita ad un'associazione a delinquere per la predazione degli organi dei bambini palestinesi. Alla piccola Zahra vengono strappati i begli occhi, destinati al figlio handicappato del comandante Cohen, il losco capo dell'organizzazione. Il produttore del serial è un ex dirigente del ministero dell'Educazione, Ahmad Mir-Alawii, che rivendica la veridicità della storia: «Abbiamo presentato solo una piccola parte dei crimini sionisti», ha dichiarato in un'intervista alla stessa Sahar Tv. «C'è una nave bianca che naviga gli oceani e non entra mai nelle acque territoriali di paesi come l'Iran. A bordo ci sono bambini di uno-due anni che non sanno nulla, rapiti in vari modi sotto il pretesto di curarli. Ricevono le migliori cure mediche e sono continuamente monitorati. Perché? Per usarli a scopi medici: prelevano il loro cuore, i reni e altri organi».
I negazionisti, eroi incompresi
Poi ci sono i film come "Holo Causte", prodotto in Libano ma trasmesso da Sahar Tv, dove l'eroe è uno storico revisionista francese che scopre le bugie sioniste sullo sterminio degli ebrei nei campi di concentramento nazisti, e per questo viene assassinato dal Mossad; e ci sono i cartoni animati come quello trasmesso il 28 ottobre scorso da Irib 3 Tv, dove un ragazzo palestinese a cui i militari israeliani hanno sterminato la famiglia si vendica trasformandosi in uno shaid: si lancia contro una pattuglia dell'esercito con una cintura di granate legata attorno ai fianchi.
Si dirà: tivù spazzatura destinata ad eccitare il popolino, talk show e giornali provvederanno ad analisi più serie. Niente affatto. Sui quotidiani e nei dibattiti televisivi tizi che si danno arie da intellettuali confortano con la loro autorevolezza le falsità più perniciose. A un dibattito in occasione del quarto anniversario degli attentati dell'11 settembre su Jaam-e Jam 1 Tv il presentatore chiede: «Come mai migliaia di ebrei quel giorno hanno deciso di non andare al lavoro? Cosa ne pensa lei, che gira film e documentari?». E il regista Nader Talebzadeh, autore di un film su Gesù Cristo dal punto di vista musulmano, risponde: «Non credo che nessuno, nemmeno i francesi, vorranno occuparsi del perché 4 mila lavoratori ebrei dello stesso edificio quel giorno si siano assentati simultaneamente. Quel giorno 4 mila persone sono state contattate e gli è stato detto di non andare al lavoro. Bisogna risolvere questo problema, e poi l'altro: chi erano i passeggeri degli aerei che hanno colpito gli edifici? Dove sono i loro nomi? E di quelli che centrarono il Pentagono?». Presentatore: «La lista non è mai stata pubblicata». E avanti così per parecchi minuti ancora. Sul Tehran Times, giornale del ministero degli Esteri l'editorialista Hossein Amiri scrive che «gli storici revisionisti hanno dimostrato che se Hitler avesse portato avanti un programma sistematico di sterminio degli ebrei, ci sarebbero voluti più dei sei anni di durata della guerra. Hanno pure dimostrato che il gas Zyklon-B non era adatto, a quel tempo, per realizzare politiche di pulizia etnica. Esagerando le sofferenze degli ebrei durante la guerra, i gruppi sionisti e Israele ne approfittano per trarre vantaggi». E gli storici negazionisti come Robert Faurisson e Fredrick Toben sono i beniamini dell'agenzia di stampa Mehr.
Ma allora, se Israele e i sionisti sono tutto ciò che stampa e televisione scrivono, perché mai un uomo dabbene come Ahmadinejad non dovrebbe proporsi di cancellarli dalla faccia della terra?
Tempi num.46 del 10/11/2005