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Il mistero dell'esistenza umana

Il Vangelo e la vita sociale degli uomini
La voce del Vescovo
di mons. Girolamo Grillo, vescovo di Civitavecchia-Tarquinia

Agosto 2006

Tratto dal sito della Diocesi di Civitavecchia-Tarquinia

Una delle tante questioni solitamente dibattute in molte rubriche televisive ed anche in altri strumenti di comunicazione di massa è la ricerca della felicità.

Alla domanda: “ma perché mai tanta gente si parte da lontano continuamente durante i cosiddetti “ponti settimanali” e nei vari periodi di ferie (corte o lunghe)? “in cerca di che cosa?” “E perché mai, pur non avendo a disposizione adeguate disponibilità finanziaria, quasi tutta programmano vacanze all’estero e, magari, nelle isole più lontane dei mari tropicali”? La risposta è quasi sempre identica: “si va in cerca di un po’ di felicità”.

Ovviamente c’è anche chi, invece della ricerca della felicità, parla di un po’ di riposo o di ricreazione a motivo della stanchezza causata dal lavoro. Sembra, però, che ad usare questo linguaggio siano, piuttosto, ben pochi.

Felicità è un nome magico, come una specie di “araba fenice”: “che vi sia ognun lo dice, dove sia nessun lo sa”. Ed allora, è soltanto un tentativo di evasione?

Probabilmente, la ragione di questa ricerca spasmodica della felicità, sempre insita, d’altronde, nel cuore dell’uomo ed anche, forse, incosciamente a motivo del “paradiso perduto”, va cercata nell’angoscia e nella paura causata dalle tante scene di morte propinate dai massmedia, le quali contraddicono il desiderio insopprimibile di vita che c’è dentro di noi.

Non sono poche le motivazioni di tal genere: i fratellini scoparsi a Gravina di Puglia, le sorelline violentate e uccise in Belgio, i numerosi casi di bambini e bambine scomparsi nel nulla, le cui immagini occupano quotidianamente lo specchio televisivo.

Mettiamo, poi, le tante disgrazie che si susseguono dappertutto, i crimini più efferati che, dalla mattina alla sera, ci vengono sbattuti sotto il muso: i figli che uccidono i genitori e viceversa, le creaturine abbandonate a marcire nei cassonetti della spazzatura, gli stupri a dismisura e sotto gli occhi di tutti, o i riti satanici e dell’orrore, le truffe dei maghi e delle maghette, le ragazze che fanno a gara per concedere le loro grazie e così via.

Chi potrà mai dimenticare l’episodio sconcertante delle tre ragazze che, per gioco, hanno ucciso a coltellate una suora? Per non parlare delle vittime del terrorismo, che aumentano di giorno in giorno.

Eppure, quanti hanno il coraggio di fermarsi qualche istante per riflettere sulle vere motivazioni di questi orrendi delitti e degli altri disordini morali?

Al più, quando tali ricordi si ripresentano alla nostra fantasia, si tende a rimuoverli psichicamente o a cambiare canale, se si ha in mano il telecomando.

E poi? E poi, ci si tuffa nella evasione: si cerca la felicità. Ma dove? In famiglia? Sotto il tetto coniugale secondo i canoni di un amore autentico? Neppure per sogno! Ci si allontana alla ricerca di avventure apparentemente piacevoli ed affascinanti. Poco importa il risultato che, alla fine dei conti, sfocia, quasi sempre, nel diletto effimero di qualche notte di mezza estate.

La visione che spesso ci si para davanti non è bella affatto. E’ veramente triste pensare che gran parte del mondo occidentale sia sulla scia del declino ed avviata verso una morte senza speranza.

Perché mai tutto questo? Si è convinti che, nonostante gli arzigogoli di alcuni intellettuali non credenti, l’affermazione di Dostojeewsckj: “Se Dio non c’è, allora tutto è possibile”, valga ancora e come.

L’uomo potrà anche illudersi di poter trovare la felicità girovagando per le strade più contorte, ma, con il rifiuto di Dio, ci si inebetisce unicamente rimanendo vittima delle più tremende delusioni.

Purtroppo, non è facile comprenderlo (sono pienamente d’accordo), ma è così!

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